Accedi al sito
Serve aiuto?

NEWS

Padiglioni Expo: in acciaio l’80% del costruito « Indietro

Expo Milano 2015 ha aperto ufficialmente i battenti da qualche giorno. Le sue realizzazioni caratterizzate da fisionomie e complessità architettoniche cosi differenti tra loro trovano però un comune denominatore nell’acciaio: utilizzato ora come elemento strutturale, ora come dettaglio o in abbinamento e a sostegno con altri materiali, come il legno o il vetro, ora come particolare costruttivo di forte impatto.

Le strutture in acciaio sono state utilizzate anche nelle tende dei viali principali Cardo e Decumano di Expo 2015 (foto Daniele Mascolo).
Le strutture in acciaio sono state utilizzate anche per realizzare le tende dei viali principali Cardo e Decumano di Expo 2015 (foto Daniele Mascolo).
Nei numerosi padiglioni stranieri, in Palazzo Italia e anche nei percorsi pedonali lungo il canale che delimita il sito, nella passerella Expo-Merlata, nell’Expo Centre e nel Padiglione Zero, nelle tende dei viali principali Cardo e Decumano e nei Theme Corporate Pavillions (Tcp). L’acciaio si è rivelato il materiale più adatto a rispondere ai requisiti di una manifestazione che, per scelta tematica, non poteva che orientarsi su scelte di sostenibilità, di efficienza energetica, di integrazione nel paesaggio.

Sicurezza antisismica e riutilizzo. Questo materiale ha risposto perfettamente ai desiderata dell’Ufficio di piano di Expo, delle committenze e dei progettisti, in tema di sicurezza antisismica, di rapidità di montaggio e di sicurezza nelle fasi di preassemblaggio e di costruzione in cantiere.
Fondamentale ai fini della scelta dell’acciaio è stata la consapevolezza che la maggior parte dei padiglioni, una volta terminata la manifestazione, sarebbe stata smantellata, trasportata e riutilizzata altrove.
Oltre che nelle imponenti strutture portanti visibili, il materiale è stato utilizzato anche come soluzione innovativa per realizzare fondazioni mediante pali avvitati in acciaio, per consentire un veloce recupero a fine evento, piuttosto che per ridurre al minimo gli scavi e ancorare le strutture portanti direttamente sul terreno compattato mediante fondazioni superficiali, realizzate appositamente per dare risposta a queste necessità.

Il padiglione della Germania (foto Lorenzo De Simone)
Il padiglione della Germania (foto Lorenzo De Simone).
Uno sguardo tra i padiglioni.

Palazzo Italia: la spettacolare vela di copertura in acciaio e vetro di 4.500 mq, con un sofisticato disegno tridimensionale, rappresenta una delle sfide tecnologiche più avvincenti. Una volta conclusa l’esposizione universale, questa sarà tra l’altro una delle poche opere permanenti.

Padiglione Vietnam: la struttura d’acciaio sostiene un intero bosco di bambù.

Padiglione Argentina: composto da due corpi di fabbrica che si sviluppano per 12 m di altezza, l’acciaio strutturale è presente in tutte le sue forme: travi, profili tubolari, laminati mercantili e lamiere grecate per i solai. Assolutamente unici sono i rivestimenti esterni in lamiera grecata ondulata dei silos.

Padiglione Bielorussia: al centro della struttura, interamente realizzata in carpenteria metallica, svetta una ruota in acciaio, la «Wheel of Life», in travi a cassone, ottenute da piastre saldate assemblate in loco mediante bullonatura.

Padiglione Brasile: una galleria d’accesso di 115 m conduce al padiglione: si tratta di una struttura apparentemente leggera, che in realtà è costituita da 175 t di acciaio Corten. Qui, più che altrove, l’acciaio svolge un ruolo prestazionale ed estetico e il suo utilizzo è stato fondamentale ai fini della rapidità di costruzione.

Padiglione Emirati Arabi Uniti: caratterizzato da grandi pareti scenografiche costituite da strutture portanti metalliche. Le mille tonnellate di acciaio verranno poi smontate, trasportate e riassemblate a Dubai per l’Expo 2020.

Expo Centre: acciaio e legno si fondono perfettamente, la struttura portante in acciaio funge da supporto agli elementi lignei che rivestono l’edificio.

Padiglione Germania: per limitare l’impatto sull’ambiente si è ridotto al minimo il materiale utilizzato: 431 t di acciaio strutturale per coprire i 2.700 mq di area espositiva.

Padiglione Giappone: realizzato con una combinazione di acciaio e legno non strutturale con funzione di frangisole. Il tema della sostenibilità ambientale e della riciclabilità del materiale sono risultati determinanti per la scelta di questo materiale.

Padiglione Israele: progettato come una costruzione ecologica assemblata interamente con elementi metallici leggeri montati a secco, privi di getti in calcestruzzo.

Padiglione Repubblica Ceca: realizzato in sole sei settimane, 1.500 mq su tre piani, ove l’ultimo ha una doppia valenza di tetto e giardino.

Padiglione Thailandia:  nell’edificio principale i piani sono costituiti da impalcati metallici con solette in lamiera grecata sostenute da colonne in acciaio disposte su una maglia irregolare che si adatta al progetto architettonico. Inoltre, anche il corpo centrale «Ngob» è costituito da una struttura a forma di cono con un’anima strutturale in carpenteria metallica